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Album:

Come un Gregge (2019)

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Orizzonte delle Genti – Come un Gregge (Zenith Recordings)

Pubblicato il Aprile 22, 2019 dalla rivista  Indiepercui

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Sensazioni viscerali che si esprimono attraverso canzoni che abbracciano la migliore canzone d’autore italiana da Lolli a De André passando per una contemporaneità che non segue le mode, ma che piuttosto trova all’interno delle visioni create un senso di abbandono, un senso di ritrovamento. Il disco di Orizzonte delle Genti sa cogliere la dissoluzione di questo nostro tempo. C’è la rabbia, la rassegnazione, ma anche il desiderio di rivalsa, il desiderio di rivincita degli ultimi del mondo. "Come un Gregge" ci parla da vicino.

Parla di omologazione in tempi dove tutto è uniformato creando atmosfere e ballate profonde che diventano citazioni per i giorni a venire. Sei tracce per un ep che incontra e si scontra con l’animo umano, con la parte più nascosta di noi. Un disco che mette a nudo il cuore di un’intera civiltà e tenta di imbrigliare gli attimi perduti in canzoni che lasciano il segno.

ESCLUSIVA: ascolta lo streaming di "Come Un Gregge".

Massimiliano Piantini esplora diversi movimenti musicali con il suo progetto Orizzonte Delle Genti


Articolo a cura di SpazioRock - Pubblicata in data: 29/04/19

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"Orizzonte Delle Genti è un progetto che nasce dalla voglia di arrangiare in modo completo delle canzoni scritte negli ultimi quindici anni ed eseguite per lo più da avvinazzato accompagnandomi con una chitarra".

 

Così introduce il suo progetto Massimiliano Piantini, cantautore toscano a tutto tondo. Sì, perché Massimiliano, in questo suo progetto, passa con grande facilità da chiare citazioni di Guccini, De Andrè, Lolli, a movimenti musicali tra loro diversi (dalla ballata folk al waltzer all'indie rock acustico di "9 Dicembre"). E snocciola parole per parlarci di alienazione (in "9 Dicembre", che ricorda un po' Le Luci Della Centrale Elettrica per mood e per ambientazioni post industriali), dell'inquietudine che ci attanaglia in questo mondo "iperconnesso" e veloce. Cita Elio Vittorini e il suo "Uomini e no" (in "Ballata Per Ennedue") e chiude questo album denso di parole, suggestioni con una bellissima ballata/waltzer d'altri tempi, tra il serio e faceto, in cui fa capolino una parola come "proletariato", che, anche se molti fanno finta di niente, esiste eccome... E Massimiliano ci tiene a parlarne. Di questo e di molto altro ancora in "Come Un Gregge".

ORIZZONTE DELLE GENTI – Come un Gregge

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Di Antonio Bacciocchi · Pubblicato 12/05/2019 · Aggiornato 09/05/2019

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Il progetto cantautorale toscano esce con un ottimo lavoro di sei lunghi brani in cui si uniscono la canzone d’autore italiana (quella più a sfondo sociale, da Claudio Lolli a Fabrizio De Andrè, passando per Francesco Guccini) con sonorità alt rock, folk e un’impostazione più dark. Un mix particolare e interessante che rende “Come un gregge” particolarmente distintivo.

Orizzonte delle Genti Come un Gregge


2019 - Rock, Folk, Cantautore

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05/07/2019 di Simone Stefanini

L'EP Come un gregge è il il debutto per L'Orizzonte delle Genti, un progetto cantautoriale che, fin dalle prime note paga debito al cantautorato degli anni '70, quello famoso dei Guccini e De André ma anche quello più ricercato di Fausto Rossi, Piero Ciampi e Claudio Lolli. 

Il cantante Massimiliano Piantini interpreta bene il sentimento e la passione politico/sociale senza troppo darsi pena di aggiornare la formula, ma siamo sicuri esista un pubblico per il folk rock con venature dark della band lucchese, pronto ad ascoltare storie che parlano di alienazione e di fabbrica, di protesta sociale e di filosofia intimista. Pur datato, il loro folk elettrico è eseguito bene e quando in alcuni arrangiamnti osano di più (specie nella title track), si intravedono potenzialità tutte da esplorare. Un consiglio: ispirarsi ai Maestri va bene ma a volte si rischia l'effetto fotocopia. Con un pizzico di originalità in più potrebbero creare canzoni più interessanti non solo per i fan del folk anni '70 ma anche per il resto degli ascoltatori. Li aspettiamo alla seconda prova.

Orizzonte Delle Genti – Come Un Gregge     By Paolo Tocco

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Caro Massimiliano Piantini voglio raccontarti una mia piccola recentissima storia di vita vissuta. Spero che basti questo per dare una forma al mio pensiero, per quel che vale, sul tuo disco d’esordio. Mi scrivo con una ragazza che non conosco. Entriamo in contatto su facebook a seguito di ricerche di altre persone. Parlando del più e del meno si arriva a trattare di argomenti inerenti al mio lavoro, dunque mi dice: “Wow, io adoro la musica e adoro parlarne”. Io le rispondo: “A me no, odio parlarne, mi annoia…c’è solo un mare di ignoranza e di superficialità”. Così lei un po’ colta di sorpresa, un po’ quasi a raccogliere una sfida e un po’ perché quando ci dicono frasi simili subito dobbiamo dimostrare che gli ignoranti e i superficiali sono sempre gli altri, quelli che parlano a vanvera, mi fa domande e vuole ascoltare la mia musica. Io le lascio un link a youtube. Ti riporto di seguito la conversazione del giorno dopo:

 

Bella Luna Nera mi piace molto. Complimenti.
Oh grazie mille. E cosa ti è piaciuto in particolare?
Beh il ritmo, il mood. In genere non amo i cantautori quindi ritieniti fortunato.
Grazie ancora. Ma quindi di quella canzone cosa ti è piaciuto?
Te l’ho detto… mi piace l’atmosfera che crea.
E secondo te di cosa parla?
In che senso?
La canzone dico…di cosa parla?
Beh dimmelo tu…
Io so di cosa parla. Visto che sei un’ascoltatrice di musica, visto che è la canzone di un cantautore, visto che ho lavorato quasi un anno per quel testo… sono curioso di sapere da te di cosa parla, che messaggio ti ha lasciato.

Non ha più risposto. Dunque, caro Massimiliano Piantini, capiamoci. Ma oggi che siamo sommersi di una superficialità che ha metastasi incurabili anche nel banalissimo rapporto tra le persone, oggi che addirittura non abbiamo neanche più educazione nel comportarci oltre che nella cultura e nella curiosità, oggi che il mainstream osanna Calcutta, Motta, Truppi e compagnia cantando…tu, mio caro Massimiliano Piantini, a chi pensi sia arrivato questo disco? Io penso a nessuno, facendo eccezione (forse) di ragazza, moglie, sorella, fratello, madre, padre e una ristrettissima cerchia di persone immediatamente confinante con il tuo vissuto privato. E attenzione: io trovo che sia questo uno dei più grandi complimenti che possa farti. Hai scritto un disco importante, di liriche importanti, di quella scrittura partigiana che inevitabilmente mi ha riportato dal grande Lolli (che ho avuto la fortuna di conoscere e di ammirare da vicino). Mi riporti nella danza sarcastica e intelligente di Gaber con quella preziosa Valzer Dei Precari (complimenti davvero), mi hai condotto per mano in una fotografia italiana che un Pasolini avrebbe certamente apprezzato…lo hai fatto con una non forma canzone che ormai annoia e distrae (loro) perché non si ha (loro sempre) più il cervello capace di concentrarci per più di qualche secondo e i tuoi ritornelli – semmai possiamo chiamarli così – non arrivano mai… ma sei pazzo o cosa? Anche questa recensione, dopo 3 righe è andata perduta, pattumiera che leggeranno solo gli idioti come noi o i facenti parte di quella cerchia di cui sopra, noi che possiamo considerarci (per loro sempre) irrimediabili falliti al cospetto delle estetiche di plastica industriale (osannate da loro sempre). E sono sicuro che non sei manco uno che sa farsi i selfie… sei un pazzo!!! Ma siamo in due…almeno di questo ne sono certo.

Ma sei mai andato in giro a chiedere alla gente perché si festeggia il 2 giugno? Qua siamo tutti bravi ad offenderci…ma ti prego, fallo e poi riporta su un blog le risposte. E tu ci hai scritto anche una canzone? Le scarpe chiodate, tra le gambe un fucile, ordini scritti, un copione da dire e sbatte i tacchi al regime… mah, chiedo scusa a tutti voi, sarà che sono in un cattivo periodo, ma trovo che oggi cotanta grazia partigiana, tra forza poetica e gusto melodico, sia solo polvere da scansare per evitare che si copra lo schermino glitterato del nostro magico “aifon” con cui dobbiamo fotografarci il bel culo (speriamo sodo) per dire che siamo al mare. Dunque: Massimiliano Piantini, in questo progetto che si chiama Orizzonte Delle Genti, pubblica un primo EP dal titolo Come Un Gregge. Lasciate perdere (voi, cioè i loro di prima): è canzone impegnata politicamente, socialmente, è canzone lunga anche di 6 minuti, è una canzone che pretende ascolto, cultura e attenzione. Quindi mio caro Massimiliano Piantini, se già la mia forma canzone decisamente pop è data in pasto al niente, figuriamoci un disco come il tuo, che imbecilli come me considerano prezioso…pensa tu! Che poi la tua voce gioca un ruolo importante nel richiamare quel periodo, anni 70 e contestazione proletaria, che poi non ti sei neanche piegato ad arrangiamenti banali, mi piacciono i frequenti cambi di scena che introduci, rimodulazioni del periodo e quello spezzare il flusso cosciente come accade per esempio in Ballata Per Ennedue dove alla “strofa” ostinata si accoppia una grazia distesa di “fisarmonica provenzale”…e ciò accade con eleganza, senza soluzione di continuità.

Sarà che sono legato a quella scena di musica, sarà che ho i dischi dei Cantacronache, di Amodei, di Profazio, sarà che penso che i “vari Calcutta” siano la celebrazione del niente e del vano, sarà che quando ho letto riferimenti a Le Luci Della Centrale Elettrica ho pensato ad una svista enorme, sarà quel che sarà, ma trovo che questo sia davvero un disco di arte artigiana di cantautore che ha qualcosa – finalmente – da dire. E ora voi altri offendetevi pure, datemi del presuntuoso e minacciatemi sui social. Il fatto però resta e quello non lo potete contestare: un disco come questo resterà a prendere la polvere mentre la banalità della scena indie mainstream – ma banalità bieca e ignorante – riempie le piazze di gente che “come il gregge” ripete a pappagallo versi banalissimi di cui manco ha capito granché e lo fa con il cellulare in mano per fare foto da postare sui social e dire a tutti gli altri omologati del gregge che “io c’ero”. Ascoltatevi 9 Dicembre…Apparenza. Schiavi e vittime di apparenza. Burattini, questo siamo diventati. E questo disco se ne fotte e vi volta la faccia e la schiena e pure il cuore. Se avete fegato, spegnete l’ “aifon” e provate ad ascoltare. Ascoltare…che strana parola questa! La usavano i nostri nonni. Bravo Massimiliano Piantini.

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